giovedì 21 aprile 2011

PARTITO DI GIUSTIZIA UMANA E SOCIALE TITOLARE DELLO SCIENZIATO Santino Scuderi IN AUTOTELESOS



PARTITO DI GIUSTIZIA UMANA E SOCIALE TITOLARE DELLO SCIENZIATO Santino Scuderi IN AUTOTELESOS

All’attenzione di tutta la gioventù del mondo del web, di ieri, di oggi e di domani.
Presentazione di un nuovo partito rivoluzionario
per tutti i giovani d’oggi.
Su iniziativa di Santino Scuderi

La vera democrazia socio-repubblicana nel mondo non è ancora presente, anche se ormai si è prossimi al suo raggiungimento. Diversi Paesi occidentali sono sul punto di arrivo, ma ancora c’è bisogno di nuove conoscenze per poterla mettere in pratica.
L’attività di ricerca è in fase di sviluppo per via dei numerosi progetti innovativi tecnologici e industriali, cosa che ho avuto profondamente a cuore fin dall’adolescenza, insieme al rispetto per la dignità umana.
Farò adesso una provocazione: sotto il nome di Santino Scuderi – sono uno scienziato siciliano, presente  sul Web e su Facebook, amministratore di diversi Blog e autore di commenti di varia natura – darò vita ad un partito che dovrà essere il portavoce del diritto umano e di quello alla vita.
Durante la mia vita ho sempre lavorato dedicandomi a numerosi campi per acquisire molte conoscenze, in particolare quello della scienza inventiva che mi ha dato molta soddisfazione per aver creato tanto. Invece, lo Stato italiano mi ha ricambiato con tanto dolore, danneggiandomi e offendendomi su tutti i fronti, per opera di infami personaggi delle istituzioni e dalla politica. Tutto questo perché, da semplice cittadino, ho dedicato tutta la vita alla ricerca tecnologica, divenendo un ottimo scienziato per i molti progetti ed invenzioni realizzati. Grazie all’avvento del Web, ho potuto mettermi in contatto con il mondo, per consegnare le mie conoscenze, che dovranno essere diffuse, e ciò avverrà anche attraverso un libro che sarà d’interesse internazionale in quanto Best Seller. Tutto questo avverrà per il grande interesse che susciterà per i suoi contenuti, soprattutto nella gioventù d’oggi, di domani (e di ieri).

In democrazia, la ricchezza che si produce nel Paese rimane in parte al produttore, mentre il 38% va all’erario pubblico sotto forma di tasse che rimpinguano le casse dello Stato. Così, sono mantenute in efficienza tutta le strutture necessarie alla vita sociale del Paese.

Anche le entrate dell’I.V.A. s’aggiungono alle casse dello Stato e vengono utilizzate anche per l’assistenza ai disoccupati o ai giovani, almeno maggiorenni, che sono in attesa di trovare lavoro.

Non sto ad elencare tutti i servizi – perché sono molto numerosi –, ma, sicuramente degno di nota, è quello sanitario, che deve essere garantito a tutti, così come il servizio di controllo dei prezzi e qualità dei prodotti necessari alla vita di tutti i giorni.

La democrazia che tanto si decanta non è una un optional, ma qualcosa di più, un sistema basato sulla tranquillità, sulla buona e sana convivenza socio-politica e civile. Senza questi elementi garantiti, non si può parlare di democrazia in un Paese. Se poi si superano i limiti, diventa un bailamme istituzionale ed anche politico. Infatti, oggi – e non solo da oggi –, le “ruberie” e gli “acchiappa tutto” sono passati dall’essere un’eccezione all’essere la normalità per chi si trova nelle condizioni di potere e di ruolo tali da poterli praticare, senza che nessuno se ne accorga o protesti.

La vera democrazia umana e sociale è capitalistica e non è mai stata realizzata nel mondo, nonostante alcuni Paesi da qualche tempo vi siano alquanto vicini, ma, sempre, in attesa del traguardo.

Per arrivare ad ottenere un capitalismo sociale, per molti utopisticamente vicino alla realtà, per quanto possa sembrare di difficile realizzazione, la formula che vorrei proporre è quella di un nuovo partito sotto il nome dell’inventore e scienziato Santino SCUDERI, secondo questa formula: S. sociale; C. comunitario; U. unione; D. democratico; E. europeo; R. rivoluzionario;  I. italiano (o internazionale).

Per poter attuare quanto sopra espresso, è necessario che ognuno di noi venga responsabilizzato da norme che invitino tutti a rispettare le leggi delle istituzioni. Dovranno avere rispetto ed essere chiari nella denuncia del proprio reddito, le false dichiarazioni saranno punite in base alla gravità delle stesse.

Come potrà essere realizzato questo progetto? È molto più semplice a farsi che a dirsi. Proverò, comunque, a spiegare sinteticamente il processo di attuazione.

Nel nostro Paese si sta vivendo un periodo di costante crisi che vede la popolazione divisa in due categorie sociali: chi spende tanto e chi non riesce ad arrivare alla quarta settimana del mese. È un dato di fatto innegabile.
Il perché di questo dislivello economico sociale è molto semplice. Esistono cittadini che hanno entrate economiche che provengono dal di fuori dell’attività esercitata e che, di conseguenze, contaminano il resto del mercato, danneggiando gli altri. Un esempio tangibile esistente nel nostro Paese è quello della mancata conoscenza del valore reale dei beni e dei servizi. Quindi, mancando questa realtà, si allarga la flotta dei “furbacchioni” che accumulano ricchezza prodotta da altri. Tutto senza sforzi e senza avere conoscenza dei prodotti creati e distribuiti da loro stessi.

Oggi abbiamo una gioventù che con la propria mancata conoscenza e debolezza è facilmente influenzabile: i giovani – ma non solo loro, anche quasi tutti gli altri hanno una personalità molto labile, tale da poter essere manovrata e influenzata – confondono il bello, il brutto e il falso. Così, persone senza scrupoli approfittano di questa situazione e attendono il momento migliore per passare all’azione.

Secondo quanto si dice e sente – anche se io nutro dei forti dubbi in proposito –  le griffe del nostro Paese sono estremamente conosciute e apprezzate a livello internazionale. Molti stranieri, infatti, vengono da noi per fare affari con queste grandi aziende. Questo tipo di mercato dà la possibilità di raccogliere ricchezza in denaro, prodotta da altri, senza fare fatica, semplicemente sfruttando il proprio nome pubblicizzato, per poi ricavare ingenti entrate grazie alla vendita di oggetti di poco costo ma d’elevatissimo valore aggiunto.      

Stando sempre a quanto si dice, tutti quelli che hanno ottenuto una popolarità “discutibile” commerciano (buoni) prodotti nei Paesi emergenti e, applicando i propri nomi e marchi, rincarano il valore aggiunto da 10 a 20 volte il prezzo pagato inizialmente. Insomma, guadagni stratosferici che fanno gola anche alle firme straniere presenti nel nostro Paese. Non so, però, se ciò sia vero e possa essere degno di fede. Forse potrebbe essere possibile grazie alla compiacenza di alcuni personaggi delle istituzioni di sorveglianza. Spero che ciò non venga attuato o non si sviluppi ulteriormente perché, altrimenti, non solo non si riuscirà ad arrivare alla quarta settimana, ma neanche alla terza.  

Come si può ben notare, di tutta la ricchezza nazionale, una parte va allo Stato, mentre l’altra è destinata ai cittadini per le necessità di vita. A sua volta, ogni cittadino rilascia automaticamente un’ulteriore parte allo Stato sottoforma di tasse per i vari servizi ricevuti.
Lo Stato incamera ancora altro denaro, ad esempio, attraverso le quindici lotterie alle quali la gente, tentando la fortuna e di realizzare i propri sogni, gioca, non facendo altro che impoverirsi. Ma la vera fortuna va nelle casse dello Stato, attraverso la tassazione delle varie lotterie.

Insomma, sembra che tutta la ricchezza venuta dalla terra sia lavorata dall’uomo e trasformata in moneta contante. Al popolo rimarrà una minima parte che sarà suddivisa secondo parametri di meritocrazia, somma necessaria, poi, per la sopravvivenza.

La formula democratica proposta intende avanzare delle idee che potranno divenire rivoluzionarie per la forte razionalità che le contraddistingueranno. Dopo di che, potrà maturare una vera democrazia sociale, applicando i parametri di valore e di responsabilità che ognuno di noi può avere.

La ricchezza prodotta nel Paese è denominata PIL. Sottraendo la percentuale spettante allo Stato per tutti i servizi necessari all’amministrazione, la parte restante rappresenta la torta da dividere tra tutti coloro che l’hanno prodotta.
Adesso ritorno alla provocazione fatta in precedenza. Questa ricchezza come dovrà essere suddivisa e con quali criteri sarà ridistribuita? Certamente non sarà per tutti uguali, ma vi saranno differenze sostanziali, non esagerate.

Facciamo un esempio grossolano ma vicino alla realtà.
Ogni cittadino riceve uno stipendio secondo il suo grado di qualificazione e di merito.
Di qualsiasi tipo di lavoro si tratti, operaio, impiegato, professionista o industriale, lo stipendio garantisce una disponibilità annua che corrisponde a una cifra X e che non potrà superare la spesa annua oltre il parametro della categoria al quale la sua qualifica appartiene.
I guadagni vanno calcolati per anno solare e suddivisi in sei categorie di diversa professionalità: A manodopera semplice, B manodopera specializzata, C manodopera impiegata, D professionisti, E industriali e commercianti.
Per ogni categoria vanno tenuti presenti anche i meriti.
Le categorie sono sei ed ognuna di loro ha il suo guadagno, budget annuo che il soggetto spenderà secondo le proprie abitudini e necessità.  Inseriamo delle cifre di esempio percepite annualmente, che possono essere considerate in euro o in dollari: A 20.000 - B 30.000 - C 25.000/30.000 - D 60.000 - E 100.000. I soggetti delle categorie D ed E possono variare le loro spese in seguito a investimenti professionali o per spostamenti nazionali ed internazionali.
Le cifre di E e D saranno più alte perché avranno spese maggiori per necessità organizzative aziendali. I grandi guadagni realizzati dovranno essere investiti sotto forma di aggiornamento tecnologico della propria azienda. Così il denaro circolerà insieme all’aumento del lavoro. Questo può essere un metodo per pagare meno tasse perché scaricabili dalle dichiarazioni dei redditi. Ma se vi sono necessità d’ammodernamento e di sviluppo dell’azienda, l’imponibile da versare all’erario si potrà utilizzare scaricandolo a quest’ultimo. Le somme dei guadagni restanti non devono rimanere ferme, ma devono essere fatte girare eventualmente anche dalle banche. Non è ammissibile che tanti imprenditori o professionisti senza scrupoli blocchino la ricchezza prodotta d’altri con guadagni illeciti di valore aggiunto, per poi spostare i capitali nei paradisi fiscali. È così che si verifica, poi, la povertà, il caro denaro e il caro di ogni bene e servizio. Questo è, in sintesi, il sistema del capitalismo occidentale, sia pure non ancora raggiunto, ma avviato.
Un esempio interessante è quello della FIAT: gli Agnelli, proprietari di un’immensa azienda produttiva, esportano i propri prodotti, facendo entrare ricchezza, utilizzata sia per il pagamento delle tasse che per l’espansione e l’aggiornamento tecnologico, oltre che per il pagamento dello stipendio del titolare, adeguato alle sue esigenze imprenditoriali e professionali.
Un Paese in cui quasi tutta l’imprenditoria utilizza da anni questo metodo è la Svizzera: è per questo motivo che tutto – o quasi – funziona.

Attraverso questo sistema, che io chiamo vera democrazia, il malcostume e l’illecito avrà difficoltà a svilupparsi, anche perché affiancato da adeguate leggi a tutela della civile convivenza e del rispetto delle norme.

Le varie pensioni, di vecchiaia, d’invalidità o d’altro genere, sono riconosciute dallo Stato italiano. Esse vanno tutelate e pagate in base ai parametri stabiliti dalle nostre istituzioni. I parametri attualmente in atto sono confusi e dovrebbero essere rivisti alla luce delle necessità dei cittadini. Esse non dovranno superare una somma massima, così come le minime dovranno garantire un sufficiente tenore di vita.

Spesso ho fatto riferimento alla cosiddetta vox popoli, rappresentata dalle notizie provenienti  dai mezzi di informazione, ma di fatto non credo alle voci popolari o, meglio, non del tutto: qualcosa di vero in fondo ci sarà. Mantengo le mie perplessità. Il vecchio minuetto popolare dice: “se il popolo mormora sicuramente non c’è da ridere”. Quindi bisogna stare attenti anche alla saggezza popolare.

Continuiamo a parlare di pensioni. Nel nostro Paese esistono pensioni che fanno venire i brividi solo a vederne l’importo. Si sa che esistono pensionati “da fame”, che percepiscono il minimo indispensabile e che non riescono a vivere dignitosamente. Al contrario, esistono pensioni stratosferiche da oltre 50.000. euro mensili. Mi risulta difficile credere che possano esistere pensioni così elevate, ma, al contrario, sono certo che ci siano persone che muoiano quasi di fame. Da tener presente che entrambe le pensioni sono state rilasciate nello Stato italiano e che, sicuramente, entrambe sono state destinate a persone che hanno lavorato, sia pure svolgendo lavori e avendo responsabilità diversi, comunque partecipando e dando il proprio contributo alla società. Per questo, l’uno ha diritto di vivere come l’altro. Spero che un giorno si potrà fare chiarezza sugli squilibri economici e del diritto ad una vita dignitosa, perché ancora nel terzo millennio si vive questa vita terrena con una moltitudine di persone che non contribuiscono alla progressione della società e che pretendono, al contrario, di vivere sulle spalle e sulla fatica degli altri. Questo è un fatto infame e indignitoso.
Questo discorso vale non soltanto per chi in qualche modo ha accumulato ricchezza economica prodotta d’altri, ma anche per chi ha ricevuto ricchezze ereditarie; anche questi ultimi hanno il dovere morale e sociale di rendersi utili e partecipare in qualche modo alla ricchezza sociale del Paese, senza limitarsi soltanto a pretendere. La ricchezza ereditaria sarà sempre del beneficiario, ma un contributo di partecipazione alla costruzione e alla progressione della società dovrà essere dato, così come viene insegnato dalla natura e dagli animali, come le operose api. Spero che questo mio pensiero possa essere d’insegnamento umano, per il bene di tutti.

A questo punto sorge spontaneo essere perplessi di fronte ad un confronto tra l’individuo che, dopo aver lavorato e raccolto tanti pomodori e patate nei campi, percepisce uno stipendio (se fortunato) di 600 euro mensili, e quello che, invece, percepisce uno “stipendio statale” che raggiunge i 600.000 euro annui.
Lo stesso discorso vale per le pensioni: il rapporto è più o meno uguale. I pensionati, con le misere somme che ricevono, continuano a raccogliere patate e pomodori per tutta l’Europa o per tutti l’Italia...
Allora mi chiedo – e se lo chiederanno in tanti –, qual è il motivo che sta alla base di pensioni tanto alte? È possibile che dette persone non abbiano il senso del pudore e nemmeno il rispetto per gli altri cittadini, nel momento in cui ricevono una simile somma?
Stesso discorso si può fare per le pensioni di vecchiaia. I lavoratori, dopo aver lavorato una vita, percepiscono la misera cifra di 500 euro mensili, mentre esistono pensionati che percepiscono cifre, che non hanno il minimo senso della logica umana, di  60.000 euro. A questo punto c’è da pensare e da dire che in Italia esistono pensionati che sembrano più dei dittatori, e pensionati che assomigliano a degli schiavi!

Le pensioni, e non solo, dovranno essere regolate, all’incirca, secondo i parametri umani e meritocratici riportati alle lettere A, B, C, D, E. Ogni somma sarà assegnata in funzione della quantità di ricchezza democratica e sociale che il lavoratore avrà prodotto durante l’attività lavorativa. Ma tutto senza mai superare i massimali dei parametri prestabiliti.

L’altro suggerimento che mi sta al cuore, e lo apprendo sempre dalla vox popoli, è quello che riguarda i beni in vendita. Per avere una società più sana ed omogenea, con poche differenze di spese sociali, per quanto riguarda i beni di consumo o di altro genere, bisogna che sia sempre riportata la dicitura dell’origine, così come quella di qualità, compreso il prezzo originario di base. Solo così si vedranno diminuire gli illeciti di arricchimento a danno della collettività.

Sul tram sentivo due persone lamentarsi, secondo cui in Italia esistevano “arraffatori di denaro”, anche stranieri, che sfruttavano il proprio nome, magari divenuto noto nel tempo, anche senza avere alcuna conoscenza di produzione industriale. Questi, conoscendo la labilità della gioventù e non solo, riescono a inculcare l’idea di dover acquistare un determinato prodotto, rincarato anche del 500/600 %. Ciò avviene con ogni tipo di prodotti e su ogni tipo di cittadino. Morale della favola: svuotano le tasche delle persone che, ingenuamente, non ne sono consapevoli.

Dopo la mia personale osservazione, ho notato che ciò viene fatto soltanto per guadagnare il più possibile, non vendendo articoli comuni, ma oggetti, anche preziosi, che recano l’effige di personaggi “famosi” o “popolari”, anche a discapito dei simboli religiosi. Perfino le bottiglie di bevande alcoliche da tavolo presentano questo fatto, con un rincaro che sarà di oltre il 100% del prezzo normale.  
Ciò che posso affermare, dopo essermi io stesso reso conto della situazione, è che sembra che più queste griffe tolgono denaro alle persone, più diventano popolari e richieste. Ad esempio, non molto tempo fa, ho visto una ragazza con al collo una  collana con una medaglia preziosa che non recava affatto simboli religiosi, ma quelli della griffa. La popolarità raggiunta da questi marchi permette loro di superare quella dei simboli d’arte, di cultura o di fede. E cose di questo tipo, nel nostro Paese, ve ne sono a migliaia.
Ciò non fa altre che essere alla base della mancanza di lavoro per i giovani d’oggi che incontrano seri problemi nel trovare un impiego, proprio perché il danaro saccheggiato sparisce del circuito del mercato e quindi causa l’azzeramento di domanda ed offerta.

Santino Scuderi in Autotelesos e Partito Democratico Umano Morale Sociale.

Autotelesos è un mio neologismo utilizzato a partire da diverse mie invenzioni e da brevetti internazionali, poi allargatosi ad altre mie ricerche e progetti presenti in tutto il mondo. Esplicito punto di vista di questo progetto politico democratico sociale è che l’Italia, dopo il fascismo, non ha ancora raggiunto la tanto auspicata democrazia. Se fosse arrivata, coloro che si sono impossessati delle mie sudate ricerche tecnologiche non avrebbero aspettato la scadenza dei miei brevetti, ma mi avrebbero subito contattato per ottenere la licenza di produrli. Ma questo non è avvenuto, proprio perché nel DNA dell’italiano prevale la cattiveria, il furto e l’arricchimento senza regole e senza doveri.
Le istituzioni hanno fatto anche la loro vile parte, volendomi estromettere dalla ricerca tecnologica e dalle produzioni per il mercato. Ma io oggi sto cercando di riprendermi, potendo rivendicare i danni subiti dallo Stato italiano. Per questo, chiamo all’appello tutti i navigatori del Web, affinché possano intervenire e partecipare con un minimo di contributo alla denuncia di querela già presente anche in vari blog.
Sotto c’è l’iban del conto corrente da utilizzare per inviare qualche offerta, anche di un semplice dollaro, che vorreste generosamente versare per la partecipazione e la realizzazione di un’ufficiale sede necessaria per questo nuovo progetto, volta alla rivendicazione di tutti i diritti umani fondamentali per la vita. Sarà solo così, con il vostro contributo, che si potrà portare avanti una organizzazione contro le ingiustizie umane e politico-sociali presenti nel nostro Paese, che era la culla del Diritto e della legalità nel mondo.

La lettura di questo mio blog di giustizia umana, sociale e culturale spero possa essere effettuata anche da giovani accademici universitari, uomini e donne, che tanto stimo e rispetto. Tutto servirà per una giustizia umana e professionale, che sembra essere destinata a venire meno nel prossimo futuro.

16990
Ringrazio tutti con uno ciao.

Santino

Progetto scritto e ideato dallo scienziato siciliano Santino Scuderi – presente anche in Autotelesos.

IBAN: IT 09 K 03051 01661 000021750284